Migrazioni

Camminare con gli esclusi

Gli obiettivi della Rete Globale di Advocacy Ignaziana (GIAN) per le Migrazioni

La migrazione forzata non è solo una delle più grandi sfide che incontriamo, oggi, nel mondo, ma anche un chiaro indicatore di come le cause dell’ingiustizia operino come fattore propulsivo dell’espulsione di almeno 71 milioni di persone nel mondo (stando ai dati diffusi dall’UNHCR nel 2018). Parliamo di sfollamento interno e di persone costrette ad abbandonare i loro paesi di origine.

Da 40 anni, la Compagnia di Gesù accompagna, in modo particolare, rifugiati, migranti e sfollati. E’ un attore privilegiato che conosce sia le cause dell’espulsione, sia la situazione degli stessi migranti, grazie alla capillarità della sua presenza con una moltitudine di opere che lavorano con persone in situazioni di migrazione forzata.

Costruire una nuova cultura dell’ospitalità, promuovere le strategie di advocacy sociale e politica, condividere un’analisi continua del contesto, o mettere in comune le buone pratiche concernenti il servizio, la difesa, l’accompagnamento o la cura degli stessi gruppi, costituiscono reali possibilità di azione nell’ambito del GIAN.

Preferenze Apostoliche Universali: Camminare con gli esclusi

Aprirci alla luce delle Preferenze Apostoliche Universali genera il desiderio di rinnovare la nostra identità, la chiamata alla conversione è un’opportunità per avvicinarci al Magis nell’accompagnamento delle popolazioni migranti. E’ in loro che scopriamo che Dio ci convoca, dai loro clamori, un popolo in cammino, che si integra, fugge, alla ricerca di una migliore opportunità per accedere ai diritti e a una vita degna. Come chiamata personale e comunitaria alla conversione, è fondamentale promuovere la pratica degli Esercizi Spirituali e il discernimento come modo di procedere, alimenta la nostra identità e ci aiuta nella cura delle persone. Nelle preferenze vi è una conferma del nostro lavoro di accompagnamento, del camminare insieme, del condividere il viaggio, ma le preferenze rafforzano anche la necessità di prestare attenzione alle cause di fondo della migrazione, puntando al necessario cambiamento delle strutture e alla cura della casa comune. La violazione dei diritti ambientali è, oggi, una delle prime cause di espulsione delle persone e delle comunità in ogni parte del pianeta.

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Ci invitano a continuare a imparare dai migranti e, in particolare, dai giovani nei quali conserviamo la speranza del cambiamento, la creazione di una nuova cultura dell’ospitalità. Rafforzano l’invito all’articolazione, a progetti comuni, a trascendere dai singoli apostolati. La chiamata alla conversione è anche una chiamata ad aprirci, a innovare, a essere flessibili con ciò che ci richiede il contesto. Sono, pertanto, una pietra miliare di rinnovamento e impulso, che richiede una maggiore profondità, che non ci conduce a un piano concreto, ma che pone il nostro orizzonte nelle mani di Dio, e che consente alle quattro preferenze di penetrare dentro, per poi esprimersi in azioni fuori e con gli altri.

Javier Cortegoso (CPAL): Leader

Rampe Hlobo, SJ (JCAM)

Jun Nakai (JCAP)

Joshua Utter (JCCU)

Alberto Ares, SJ (JCEP)

Martin Puthussery, SJ (JCSA)

N.N. (JRS)

Piano d'azione

Attualmente non vi è un piano d’azione comune nella Rete Globale di Advocacy Ignaziana per le Migrazioni. Questo è un obiettivo da raggiungere proprio nel corso di questo 2019. Il cambiamento dei membri in rappresentanza delle conferenze all’interno del GIAN sulle Migrazioni e l’eterogeneità delle opere, ha tradizionalmente limitato l’azione congiunta del GIAN all’analisi condivisa dei diversi contesti nei quali si lavora, e alla realizzazione di alcune specifiche azioni tra due o più conferenze. Per esempio, la pubblicazione congiunta guidata dall’Università Comillas sulla situazione alle frontiere, o una qualche azione congiunta in occasione della Giornata del Rifugiato, nel 2018 e nel 2019.

Vi è un invito, specialmente nell’ultima Congregazione Generale, ad armonizzare il lavoro che nella Compagnia di Gesù realizziamo nell’accompagnamento sia di migranti, sia di rifugiati e sfollati. Indubbiamente, la complessità del fenomeno consiglia di poter avanzare in questo senso.

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