Spagna – Crisi sociale: piove sul bagnato

Alla vigilia delle elezioni per il Parlamento della Catalogna del prossimo 14 febbraio, le organizzazioni del Settore Sociale della Compagnia di Gesù in Catalogna hanno inviato a tutti i candidati una serie di proposte urgenti per migliorare la situazione delle persone più vulnerabili. Le hanno raccolte in un documento intitolato “Crisi sociale: piove sul bagnato”.

Chiedono, tra le altre cose, di consolidare il sistema di protezione sociale, bloccare gli sfratti, adottare misure per promuovere l’autonomia dei senzatetto, facilitare l’inserimento dei migranti nel mercato del lavoro, garantire il permesso di soggiorno e di lavoro ai giovani ex-tutelati, o permettere la regolamentazione temporanea dei lavoratori stagionali.

Le organizzazioni del Settore Sociale della Compagnia di Gesù in Catalogna accolgono, assistono e accompagnano più di 15.000 persone in situazioni di povertà, precarietà ed emarginazione, attraverso 45 progetti presenti nelle città di Badalona, Barcellona, L'Hospitalet de Llobregat e Lleida, grazie all'azione sociale ed educativa di oltre 100 professionisti e quasi mille volontari. È proprio a partire da questa esperienza che formulano le loro richieste, che accompagnano con testimonianze che rendono evidenti le situazioni che denunciano.

Nel documento che hanno pubblicato oggi, queste organizzazioni ricordano, come già si è visto negli ultimi mesi, che la crisi sanitaria, sociale ed economica avrà le sue conseguenze peggiori sui gruppi più vulnerabili: come bambini, migranti irregolari o senzatetto. E denunciano che non sono stati presi in considerazione in molte delle decisioni adottate dalle autorità sanitarie e politiche.

Le proposte contenute in questo documento si articolano su tre assi principali: servizi sociali, casa e migrazione.

Rafforzare il sistema di protezione sociale e garantirne l’universalità

La pandemia ha comportato il collasso di servizi sociali già di per sé precari e sottovalutati, ma essenziali per il mantenimento di una società coesa, con garanzie democratiche e che assicuri la giustizia sociale. Per questo motivo, chiedono di garantire l’universalità dell’accesso ai servizi sociali di base, che è già stabilito ma che è messo in discussione dal divario digitale, da procedure laboriose o dalla mancanza di spazi dove effettuare procedure online, per esempio. Ritengono, inoltre, fondamentale offrire un’assistenza faccia a faccia, dignitosa e di qualità; evitare la duplicazione delle informazioni per migliorare l’efficienza; e rafforzare il sistema di prevenzione nel quadro dei piani di sviluppo della comunità.

La casa come diritto fondamentale

La casa è un diritto fondamentale e indispensabile per qualsiasi progetto di vita. La sua commercializzazione porta all’esclusione di una parte della popolazione, che non può far fronte alle rate del mutuo o al continuo aumento del prezzo d’affitto. Negli ultimi mesi, ne abbiamo avuto esempi evidenti e tragici: case con gravi problemi, incendi e crolli che hanno causato vittime, sfratti, problemi di fornitura di energia elettrica, la morte di senzatetto...

Di fronte a tutto ciò, le organizzazioni chiedono di bloccare gli sfratti, offrire programmi di autonomia per le persone senza tetto, e aumentare il numero di alloggi popolari disponibili, in linea con i paesi che ci circondano.

Garantire i diritti dei migranti

I migranti, e in particolare quelli che si trovano in una situazione amministrativa irregolare, costituiscono uno dei gruppi più vulnerabili. Sono, inoltre, resi invisibili dalla società, senza avere alcuna possibilità di esercitare i propri diritti.

Per questo motivo, le organizzazioni chiedono al futuro governo della Generalitat di agire in quegli ambiti, su chi ha la capacità di influire, legiferare e offrire programmi e politiche rivolte a questo gruppo. Chiedono azioni concrete per facilitare i processi che portano all’inserimento lavorativo e all’ottenimento dei permessi di soggiorno; di rendere più flessibile la gestione del rapporto di radicamento e integrazione sociale; di farsi carico delle persone che chiedono protezione internazionale e che vivono male in campi profughi, attraverso programmi di impegno per l’accoglienza dei rifugiati; di offrire una regolamentazione temporanea alle persone che si spostano in diverse regioni del territorio per lavori stagionali come la raccolta della frutta, e di garantire ai giovani ex-tutelati un permesso di soggiorno e di lavoro al compimento dei 18 anni di età, oltre a un’opzione abitativa e all’accompagnamento.

Share this Post:

Notizie correlate