Repubblica Dominicana: Clero del Dajabón contro le deportazioni di massa


In risposta alle massicce deportazioni effettuate dal governo, in cui vengono violati i diritti umani dei migranti, condividiamo il comunicato emesso dal clero della Provincia di Dajabón, nella Repubblica Dominicana.

La posizione del clero di Dajabón, contro le deportazioni di massa:

28 novembre 2022

Il Paese è legittimato ad organizzare i propri confini e a far rispettare la legge sull'immigrazione, ma non ha il diritto di violare i diritti fondamentali delle persone. Nelle deportazioni di massa, a cui abbiamo assistito nelle ultime settimane, ci sono condizioni in cui il governo non può garantire un giusto processo, a causa dell'elevato numero di deportazioni che sopraffanno le capacità operative degli agenti dell'immigrazione. La situazione impedisce la corretta esecuzione dei protocolli, che prevedono l'effettiva espulsione di tutti i cittadini haitiani arrestati nel corso delle operazioni anti-immigrazione da parte dell'Esercito nazionale. Sono al contrario trattati con metodi che negano i loro diritti. Questa azione viola la Costituzione nazionale, le leggi e le convenzioni internazionali. È per questo motivo che lo denunciamo:

· I migranti devono subire procedure violente, umilianti e poco professionali nelle operazioni quotidiane.

· Qualsiasi agente in uniforme può trattenere un migrante, incoraggiando così il "macuteo" e promuovendo la paura.

· Nella Repubblica Dominicana si verificano deportazioni di bambini con un radicamento sociale e siamo rattristati dal numero di minori non accompagnati che sono stati portati alla frontiera.

· I centri di detenzione non soddisfano gli standard minimi per garantire la dignità umana: mancano i bagni, i mobili per sedersi o dormire, l'acqua, e i bambini, le donne incinte e le madri che allattano sono soggetti a questa situazione.

L'articolo 27 della Legge generale sulla migrazione 285-4 stabilisce che,

" Qualora si renda opportuna l'espulsione o il rimpatrio di stranieri, essa sarà effettuata nel rispetto dei diritti umani, in conformità con le leggi in vigore e con gli accordi ratificati dalla Repubblica Dominicana".

Tutti gli stranieri che si trovano in territorio dominicano hanno diritto al rispetto della propria dignità umana e dei propri diritti, che devono essere garantiti dallo Stato. Lo Stato, in ogni caso, è sempre il garante dei diritti; quando questo non avviene, l'accordo sociale che sostiene la nostra società viene compromesso. Nel nostro Paese il problema della governance della migrazione è evidente. La sola soluzione offerta è il rimpatrio, quando il problema può essere risolto con la regolarizzazione. Abbiamo bisogno di una politica migratoria efficiente e della regolarizzazione della manodopera haitiana.

Considerando che la Repubblica Dominicana dipende dalla manodopera haitiana in diversi settori fondamentali, come l'edilizia, il turismo, l'agricoltura e i servizi domestici, le espulsioni massicce potrebbero mettere a rischio la stabilità economica e la sicurezza alimentare del Paese. Sappiamo che lo status di irregolarità di molti haitiani nella Repubblica Dominicana dipende anche dai datori di lavoro che approfittano di questa situazione per sfruttare la forza lavoro. Per rinnovare la carta d'identità, molti migranti non hanno potuto farlo a causa della mancanza di uffici in grado di fornire questi servizi nelle province in cui vivono e sono costretti a recarsi a Santo Domingo. Questo conferma che il governo non ha una chiara politica migratoria su Haiti.

Come Madre e Maestra, la Chiesa soffre profondamente per tutte queste situazioni e ci insegna che non possiamo essere indifferenti al dolore dei nostri fratelli e sorelle, che siamo tutti figli di Dio e che la dignità umana è al di sopra di tutto (...) Ho visto il dolore del mio popolo (...) e ho udito il suo grido (...) perché conosco la sua sofferenza" (Esodo 3,7). Dalla storia della rivelazione emerge che Dio non è indifferente, è attento agli eventi della nostra vita e della nostra società, si preoccupa e si interessa. Questo aspetto sensibile di Dio è alla base della giustizia divina. Dio non chiude gli occhi di fronte alle ingiustizie degli uomini e delle donne, come spesso accade a chi deve applicare la giustizia. Né Dio chiude gli occhi di fronte al fenomeno delle deportazioni di massa. Dio ascolta il grido dei suoi figli e delle sue figlie, perseguitati come criminali, spesso picchiati e rinchiusi in spazi non adatti a garantire l'integrità fisica e morale di molti.

Invitiamo il governo

· a fermare le deportazioni di massa.

· a risolvere il problema del coinvolgimento dei militari nel traffico di esseri umani.

· a creare centri municipali per la regolarizzazione dei migranti.

· a coinvolgere i datori di lavoro come corresponsabili nella regolarizzazione dei migranti.

· a migliorare le infrastrutture dei centri di detenzione e creare spazi sicuri per i minori, le donne incinte e le madri che allattano, destinati al rimpatrio.

P. Jeshon Daniel Burdier Rodríguez
Parroco ie Restauración,
Parrocchia San José

P. Jesús de León Mercedes, MSC
Vicario del Santuario di Nostra Signora dela Altagracia, Loma de Cabrera

P. Eulide Gracía Torres, MSC
Parroco del Santuario di Nuestra Señora de la
Altagracia, Loma de Cabrera

P. Osvaldo Concepción Marte, SJ
Coordinatore del Centro Montalvo, Dajabón

P. Roberto Guzmán Abreu, SJ
Parroco de Dajabón,
Parrocchia di Nostra Signora del Rosario

P. Aquiles Ozuna, SJ
Direttore di Radio Marién

P. Regino Martínez Bretón, SJ
Superiore della Missione dei Gesuiti, a Dajabón

P. José Ramón Rosario
Parroco di El Pino,
San José Obrero

Pedro José González Martínez
Parroco de Partido,
Parrocchia San Ramón Nonato

Albaro de Jesús Pichardo
Vicario, Parrocchia di Partido,
San Ramón Nonato

José Núñez Mármol, SJ
Rettore del ITESIL

Informazioni dalla redjesuitaconmigranteslac.org

Fonte: redjesuitaconmigrantes

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